mercoledì 31 dicembre 2014

Il Segno dei Quattro

Un misterioso individuo con una gamba di legno si affaccia alla finestra di John Sholto, ex ufficiale dell'Esercito, che muore per lo spavento. La signorina Mary Morstan suona alla porta di Sherlock Holmes con una misteriosa missiva e un diamante preziosissimo, il Great Mogul, arrivatole per posta assieme al biglietto. Cosa significa la misteriosa firma "II Segno dei Quattro"? Perché uno dei figli di Sholto viene assassinato in circostanze misteriose, e chi l'ha ucciso? Holmes e Watson vengono trascinati in una esotica e pericolosissima avventura, che li porterà verso il favoloso tesoro di Agra.



In questo film per la TV britannica è Ian Richardson a vestire i panni di Sherlock Holmes, mentre David Healy interpreta Watson. I due svolgono un lavoro egregio, forse un po' sopra le righe Richardson, mentre Healy semmai non è molto adatto fisicamente al ruolo, pur essendo un Watson credibile. La regia è molto buona, vicina a un prodotto cinematografico, ma è la sceneggiatura a fare acqua (letteralmente!).


Innanzitutto non vi è la storia d'amore tra Mary Morstan e Watson, giusto qualche laconico scambio di sguardi ma niente di più. In secondo luogo Thaddeus Sholto viene assassinato da Jonathan Small (senza motivo) e Holmes (da solo, e chissà in seguito a quale intuizione) interviene lottando con Tonga (scena piuttosto comica) facendolo fuggire, salvando Mary da morte certa. Successivamente si reca nel circo di stanza proprio di fronte alla casa di Thaddeus Sholto, dove Tonga si esibisce come creatura aborigena e carnivora, dovendo affrontare dapprima l'uomo forzuto che gli lancia il bilancere, poi inseguendo Tonga e Small nella casa degli orrori. I due sfuggono ancora e Holmes torna a Baker Street. Holmes si traveste da marinaio ingannando Watson come da copione, ma non è lui a scoprire la lancia Aurora in rimessa, bensì i suoi irregulars. Scatta allora l'inseguimento sul Tamigi, solo che si svolge di giorno e non di notte. Ad aggiungere ulteriore pathos Holmes salta sull'Aurora e lottando con Small cadono entrambi in acqua. Tornati tutti in Baker Street, la cassetta si rivela essere vuota ma, colpo di scena: Holmes apre la gamba di legno di Small e cominciano a cadere sul tappeto i gioielli del tesoro di Agra. Ovviamente appartengono alla Corona e vengono portati via, ma Mary tiene per se il Great Mogul.


Altra nota stonata: l'ispettore di Scotland Yard dovrebbe essere Athelney Jones, ma viene chiamato ispettore Layton. Da segnalare anche l'utilizzo di Toby in maniera ben poco ordodossa: mentre il segugio segue le tracce, Holmes e Watson dapprima vanno a piedi, poi seduti comodamente su un carro, e poi addirittura in bicicletta! Infine non si riesce a capire perché utilizzare nella sigla di apertura scene tratte sia dalla stessa pellicola, col risultato di anticipare parecchio la trama, che da Il mastino dei Baskerville, girato in contemporanea dalla stessa produzione.
In definitiva lascia un sapore agrodolce in bocca: da un lato abbiamo un certo dispendio di fondi, visto che potrebbe benissimo passare per una pellicola per il cinema, e la presenza di un Ian Richardson che si dimostra un ottimo Holmes (tranne forse quando alza il sopracciglio!), mentre dall'altra parte una serie di spunti che non sempre risultano vincenti, ma più spesso sfiorano il ridicolo. Da segnalare una particolarità: è stata utilizzata una sequenza di Vita Privata di Sherlock Holmes, chissà perché.
Uscito nel 1983, in Italia c'è stato almeno un passaggio televisivo sul finire degli anni '80 su Rete 4 in prima serata, mentre non è tuttora disponibile in DVD, se non in lingua originale.

Nessun commento:

Posta un commento