sabato 5 dicembre 2020

The Case of the Cunningham Heritage

Di ritorno dall'Afghanistan, essendo stato ferito in battaglia, il dottor Watson incontra il suo vecchio amico Stamford. Essendo alla ricerca di una stanza a poco prezzo, egli si confida con l'amico, che gli propone di dividere l'appartamento con un tipo strano, che all'ospedale conduce degli esperimenti sui cadaveri. Il suo nome è Sherlock Holmes, e Watson si reca all'ospedale per conoscerlo. I due si trasferiscono in Baker Street, ma non c'è il tempo di disfare i bagagli che per Holmes arriva una richiesta d'aiuto: c'è da risolvere un omicidio e catturare un colpevole! Holmes e Watson si recano sulla scena del crimine e indagano, e contro il parere dell'ispettore Lestrade riusciranno a individuare il vero colpevole e ad assicurarlo alla giustizia.

 

Primo episodio della serie Guild, prodotta per la TV americana e girata in Francia nel 1954, che mostra l'incontro tra il dottor Watson e Sherlock Holmes, seguendo abbastanza fedelmente quanto avviene nel romanzo. A causa dei tempi televisivi molto stretti Holmes spiega subito a Watson le deduzioni che l'hanno portato a ipotizzare la provenienza dall'Afghanistan. I due si trasferiscono in Baker Street e, mentre stanno disfacendo i bagagli un fattorino (ex sergente di marina) consegna una richiesta di Lestrade: fin qui tutto da copione, ricalca in maniera abbastanza fedele, seppur sinteticamente, Uno Studio in Rosso, poi diventa tutta un'altra storia. Una giovane donna in lacrime è accusata di aver ucciso il marito per questioni di eredità e Lestrade la arresta senza indugio, ma Sherlock Holmes non crede alla sua colpevolezza e, con l'aiuto determinante di Watson, cattura il vero colpevole.


La trama in sé, almeno la parte "originale", non è nulla di trascendentale; scontato il movente e altrettanto scontato il colpevole, ha il pregio di avere dialoghi agili e praticamente nessun tempo morto. Essendo episodi da poco più di 20 minuti, era quasi inevitabile non poter lavorare su trame troppo elaborate, ma l'episodio risulta "fresco" e piacevole. Gli attori sono bravi, mai sopra le righe; Ronald Howard è un Holmes apprezzabile, pur non potendo esplorare a fondo il personaggio, e soprattutto non dice mai "Elementare, Watson"; Howard Marion Crawford è un Watson simpatico ma non sciocco come quello di Nigel Bruce, e gli episodi sono inframezzati dalla sua voce narrante, come a voler ricreare lo spirito dei racconti. Piacevole.



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