Sherlock Holmes sta attraversando uno dei suoi frequenti momenti di depressione. La mancanza di azione e di stimoli intellettivi spingono l'investigatore inglese ad assumere cocaina, fino a quando non bussa alla sua porta una signorina dall'aspetto piacente, tale Mary Morstan. Il padre della ragazza, ufficiale dell'esercito britannico, è scomparso appena tornato dall'India e a lei, da svariati mesi, vengono consegnate perle preziosissime da un anonimo benefattore. Ma c'è dell'altro. Cosa sono quelle strane lettere che le vengono recapitate? E chi si cela dietro la misteriosa firma "II Segno dei Quattro"? Ecco alcuni degli ingredienti della seconda avventura di Sherlock Holmes, tra le nebbie di Londra e i gioielli del Rajah, tra modernità e riti arcaici.
Si tratta di una delle tante riduzioni de Il Segno dei Quattro, certamente una delle migliori. Come per tutti gli episodi di questa serie, si apre con il crimine che fa da introduzione allo svolgimento della storia. La trama ricalca in maniera piuttosto fedele il romanzo, tranne che alcune piccole differenze. Non vi è alcun accenno alla cocaina, tanto per cominciare, e Watson non convolerà a nozze con Mary Morstan, nonostante una tenera intesa abbastanza manifesta. Sarà addirittura Thaddeus Sholto a chiedere la mano di Mary, senza successo. L'inseguimento sul Tamigi (piuttosto breve per esigenze di durata dell'episodio) si svolge di giorno e non di notte. Infine, la cassetta del tesoro viene portata da Watson a Mary e aperta davanti a lei, scoprendola vuota. Ma sono piccole libertà prese dagli sceneggiatori, che non stravolgono la trama.
E' una riduzione di grande qualità, a colori come tutti gli episodi della serie BBC del 1968, e Peter Cushing è un Holmes energico e scattante, che non fa rimpiangere l'ottimo Wilmer che l’aveva preceduto. Purtroppo della serie del 1968 sono sopravvissuti solo 6 episodi su 16, e sono stati pubblicati in DVD in lingua originale.
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