mercoledì 8 aprile 2015

Uno Studio in Rosso

Un cadavere viene trovato al numero 3 di Lauriston Gardens. Sotto il cadavere c'è una fede nuziale e sulla parete la scritta RACHE, tracciata col sangue. Sul luogo del delitto viene convocato Sherlock Holmes, il quale ben presto capisce di dover inseguire uno spietato assassino in cerca di vendetta, che non si fermerà davanti a nulla pur di ottenerla. Al primo cadavere se ne somma un altro e l'assassino sembra svanito nel nulla. Ma Sherlock Holmes sa bene come cercarlo e farlo cadere in trappola, mettendogli le manette personalmente sotto gli sguardi stupiti degli ispettori Gregson e Lestade di Scotland Yard.




Una delle poche trasposizioni di Uno Studio in Rosso (soprattutto tra quelle degne di nota), datata 1968, della serie prodotta dalla BBC con Peter Cushing e Nigel Stock. L'apertura è dedicata all'uccisione di Enoch J. Drebber (senza inquadrare mai il volto dell'assassino), per proseguire abbastanza fedelmente al romanzo. Le uniche differenze riguardano una capatina a un teatro per parlare con l'attore che impersona la vecchia che va a recuperare l'anello in Baker Street (episodio completamente inventato), e la dimostrazione che le pasticche contengono veleno non attraverso lo scottish terrier malato ma con un esperimento chimico.


Cushing e Stock sono una coppia di attori di altissimo livello e si vede. Cushing è da sempre un appassionato sherlockiano, e ha studiato con attenzione i racconti originali: da un'interpretazione fedele e scattante. A voler trovare un difetto forse è un po’ in là con gli anni, e di sicuro è un po’ basso, ma sono cose ininfluenti. Stock, già al fianco di Wilmer, è un ottimo Watson, anche se a tratti (colpevole lo sceneggiatore) è poco perspicace: siamo ancora lontani dall'ottimo Watson di David Burke. Decisamente bravi tutti gli attori, una produzione di alto livello che, purtroppo, ha visto gran parte degli episodi andati perduti. Quelli sopravvissuti sono editi in DVD in lingua originale.


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