Il grande investigatore di Baker Street sta morendo. Di noia. Ritiratosi nel Sussex, la sua mente geniale sprecata a smascherare ladri di polli, è quasi l'ombra di se stesso. La carenza di delitti fa brutti scherzi, lo sa bene il premuroso Watson, che grazie a un incontro fortuito ha già pronta la cura per rimettere in sesto l'amico: una lunga vacanza sarebbe l'ideale per scuoterlo dalla sua tetraggine. Ma come convincerlo a partire? Magari prospettandogli un mistero inesistente che richieda la sua illuminata consulenza dall'altra parte del mondo, per esempio a Singapore. Il guaio poi, o la fortuna, è che ad attenderli al celebre Raffles Hotel troveranno in effetti un caso di omicidio. Una donna avvelenata con l'arsenico, il marito come principale sospettato, una rosa di altri candidati al ruolo di assassino... Un vero paradiso, per Sherlock Holmes!
Gran brutta cosa la vecchiaia, si dice. Gran brutta cosa la pensione, si potrebbe dire volendo essere più precisi, perché al di là dei problemi propri dell'età che avanza, troppo spesso è l'inattività prolungata ad uccidere le persone. Naturalmente non ne è esente Sherlock Holmes, ma neppure il dottor Watson: la noia sta producendo i suoi effetti su entrambi, perciò urge un diversivo. Un enigma da sciogliere, nello specifico. E se non esiste, perché non inventarlo?
L'incontro casuale con Arshak Sarkies, co proprietario di una serie di alberghi, tra cui il Raffles Hotel di Singapore, fa venire al buon dottore l'idea di spingere Holmes ad affrontare due settimane di viaggio verso Oriente inseguendo un problema da risolvere, con l'unico scopo di distrarre l'amico dalla noia mortale che lo attanaglia. Il caso vuole che appena sbarcati a Singapore un delitto effettivamente sia stato commesso: una donna avvelenata, il marito principale sospettato, tanti punti oscuri che non quadrano. Innanzitutto il movente, visto che il marito non risulta beneficiario della cospicua eredità. Poi il fatto che siano stati trovati dei cioccolatini avvelenati, ma dell’unica varietà che la vittima non avrebbe mangiato mai, come tutti sapevano. Ma se non è stato il marito ad avvelenare la giovane moglie, allora chi può aver avuto interesse a farlo?
Questo romanzo si fa apprezzare per la narrazione agile e scorrevole, che cattura l’attenzione del lettore ribaltando continuamente la prospettiva sul possibile colpevole e il movente più plausibile, grazie a dialoghi serrati tra Holmes, Watson e il sovrintendente Ingham. Forse ne risulta un po’ carente in termini di descrizione degli ambienti, privilegiando i dialoghi (Doyle è sempre stato un maestro nel descrivere paesaggi e personaggi), ma solo a voler cercare il famoso pelo nell’uovo. Caso singolare, poi, Holmes non esibisce alcuna deduzione, ma vale il pelo di cui sopra.
Questo apocrifo è l'unico di una lunga serie scritti da John Hall ad essere stato pubblicato in Italia, e non riesco a spiegarmi perché, visto che ha tutte le carte in regola per essere apprezzato da un pubblico sherlockofilo come quello nostrano. La speranza è quella di vedere presto pubblicato anche Sherlock Holmes and the Telephone Murder Mystery (1998), Sherlock Holmes and the Boulevard Assassin (1998), The Travels of Sherlock Holmes (1999) e Sherlock Holmes and the Disgraced Inspector (2000). Sherlock Holmes al Raffles Hotel è stato pubblicato come quinto numero della collana Il Giallo Mondadori - Sherlock (Mondadori, 2015), ed è disponibile cartaceo o ebook.
L'incontro casuale con Arshak Sarkies, co proprietario di una serie di alberghi, tra cui il Raffles Hotel di Singapore, fa venire al buon dottore l'idea di spingere Holmes ad affrontare due settimane di viaggio verso Oriente inseguendo un problema da risolvere, con l'unico scopo di distrarre l'amico dalla noia mortale che lo attanaglia. Il caso vuole che appena sbarcati a Singapore un delitto effettivamente sia stato commesso: una donna avvelenata, il marito principale sospettato, tanti punti oscuri che non quadrano. Innanzitutto il movente, visto che il marito non risulta beneficiario della cospicua eredità. Poi il fatto che siano stati trovati dei cioccolatini avvelenati, ma dell’unica varietà che la vittima non avrebbe mangiato mai, come tutti sapevano. Ma se non è stato il marito ad avvelenare la giovane moglie, allora chi può aver avuto interesse a farlo?
Questo romanzo si fa apprezzare per la narrazione agile e scorrevole, che cattura l’attenzione del lettore ribaltando continuamente la prospettiva sul possibile colpevole e il movente più plausibile, grazie a dialoghi serrati tra Holmes, Watson e il sovrintendente Ingham. Forse ne risulta un po’ carente in termini di descrizione degli ambienti, privilegiando i dialoghi (Doyle è sempre stato un maestro nel descrivere paesaggi e personaggi), ma solo a voler cercare il famoso pelo nell’uovo. Caso singolare, poi, Holmes non esibisce alcuna deduzione, ma vale il pelo di cui sopra.
Questo apocrifo è l'unico di una lunga serie scritti da John Hall ad essere stato pubblicato in Italia, e non riesco a spiegarmi perché, visto che ha tutte le carte in regola per essere apprezzato da un pubblico sherlockofilo come quello nostrano. La speranza è quella di vedere presto pubblicato anche Sherlock Holmes and the Telephone Murder Mystery (1998), Sherlock Holmes and the Boulevard Assassin (1998), The Travels of Sherlock Holmes (1999) e Sherlock Holmes and the Disgraced Inspector (2000). Sherlock Holmes al Raffles Hotel è stato pubblicato come quinto numero della collana Il Giallo Mondadori - Sherlock (Mondadori, 2015), ed è disponibile cartaceo o ebook.
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