La "pernacchia" del titolo altro non è che una mitragliatrice che, in azione, produceva un suono assai poco dignitoso, al punto da guadagnarsi questo soprannome. Lo scenario è quello di un'Italia in procinto di entrare in guerra (siamo nel 1915), e il protagonista assoluto è Gabriele D'Annunzio, che "personaggio" lo era sul serio: eccessivo sotto molti punti di vista, soprattutto un grande amante delle donne e grandissimo libertino.
Tutto il romanzo di Paolo Carretta è permeato di questo libertinismo, e tutti i protagonisti vengono trascinati dal Vate in situazioni e scenari decisamente lontani dall'algida Inghilterra. L'unico che non si scompone di fronte a nulla è proprio Sherlock Holmes, che si dimostra uomo di mondo e fa da contraltare al bigottismo tardo-vittoriano di Watson.
Il detective è stato chiamato da D'Annunzio, sospettato di aver ucciso una donna, ma le indagini faranno luce su un complotto internazionale ben più vasto, con a capo un insospettabile protagonista.
Il romanzo è molto godibile: pur non rendendo Holmes e Watson due macchiette, è sempre sull'orlo della parodia, intelligente ma mai volgare pur trattando spesso argomenti sessuali. Impossibile non prendere in simpatia il Poeta e le sue idee folli (o geniali?) che hanno come unico obiettivo il Piacere. Molto buona la descrizione dei paesaggi abruzzesi, così come la caratterizzazione dei personaggi di contorno. Infine la trama, che ben bilancia le piccole storie con la Grande Storia che marcia spedita verso il primo conflitto mondiale. In definitiva una lettura molto piacevole.
Il libro è stato pubblicato nel 2012 da Solfanelli.
martedì 24 novembre 2020
Sherlock Holmes e il fuoco della pernacchia
Improvvisamente si udì un rumore lacerante PRRRR. Durò forse tre secondi e sembrò effettivamente una fortissima pernacchia. Gabriele D'Annunzio aveva compiuto la sua prima impresa bellica. Il mitra Revelli era quasi incontrollabile durante la raffica e i sobbalzi e gli scuotimenti del veicolo non avevano migliorato la situazione. Il Poeta aveva scaricato in un attimo i suoi due caricatori. Cinquanta colpi si dispersero nella campagna in una raffica disordinata, alcuni sfiorando gli occupanti dei sedili anteriori ed attraversando lo spazio dell'ormai inesistente parabrezza. Uno ruppe un faro a carburo della nostra bella vettura.
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