martedì 20 ottobre 2015

Il salterio infarinato

Un gentiluomo gallese muore di cancrena alle gambe, dopo aver trascorso gli ultimi due giorni della sua vita abbaiando e cantando nenie popolari. Contemporaneamente il figlio si uccide picchiando ripetutamente la testa al muro. La figlia viene ricoverata al manicomio dopo aver tentato di gettarsi nello stagno della tenuta. Il fidanzato della giovane, l’avvocato Henry Haterley, consulta Sherlock Holmes in quanto sospetta ci sia un complotto per annientare la famiglia Algernon, e dopo poco tempo viene trovato morto, orribilmente sfigurato dalle pale di un mulino. Holmes e Watson si recano in Galles, nel distretto minerario di Glynloes, per fare luce sulla tragedia e assicurare alla giustizia i responsabili dei delitti…


Nonostante le buone premesse, e una forma apprezzabile, in questo racconto pecca notevolmente la sostanza… Innanzitutto perché Holmes inizialmente rifiuta il caso, esponendo il giovane avvocato a rischi sicuri e condannandolo a una morte orribile? E’ abbastanza inspiegabile un atteggiamento del genere da parte del detective, ed è troppo facile muoversi quando ormai c’è un morto sulla coscienza. Oltre a ciò, anche intuire chi c’è dietro ai delitti è piuttosto facile, essendo la comunità mineraria piuttosto piccola e i personaggi di spicco che ci vengono presentati dall’autore si contano sulle dita di una mano. Infine, già alla lettura dell’articolo iniziale si intuisce il mezzo terribile che è stato usato per far impazzire i membri della famiglia Algernon…
A mio avviso questi sono punti cardine che fanno pendere il giudizio da una parte o dall’altra: non è facile da digerire un Holmes che manda via il suo cliente senza intervenire solo perché “Haterley aveva dei precisi sospetti su qualcuno, ma non me li ha voluti rivelare”. E poi a nulla vale fare mea culpa: Sherlock Holmes non si comporta in maniera così sconsiderata…
Apparso per la prima volta in Sherlock Holmes e il banchiere italiano ucciso a Londra sotto il Ponte dei Frati Neri (Liber Internazionale, 1995), è stato ristampato nel volume Il caso delle tre sorelle della serie Sherlock Holmes & Co. (Fabbri Editori, 2003).

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