giovedì 8 ottobre 2015

L'uomo che mangiava le Fisherman's

«Elementare, Holmes!». Così viene accolto il celebre detective da un euforico Watson, fermamente convinto di aver risolto il mistero di un terribile delitto avvenuto nella notte. Una prostituta sadicamente seviziata e strangolata con una corda come quelle che solitamente i marinai tengono alla vita. Gregson e Lestrade sono corsi a fermare il colpevole, che si era imbarcato per l’Australia, appena in tempo prima che la nave lasciasse il Tamigi. La presenza di Sherlock Holmes non sembra affatto necessaria, anzi del tutto inutile. Ma l’apparenza spesso inganna, e il grande investigatore lo dimostra facendo andare i pezzi del puzzle al posto che gli spetta, e dimostrando l’innocenza del povero marinaio che mangiava le Fisherman’s…


Un piccolo gioiello, a firma di Gianni Rizzoni, pubblicato per la prima volta nella Agenda Sherlockiana del 1987. Un racconto breve fatto di dialoghi serrati, di personaggi ricostruiti in maniera impeccabile, di un gioco di specchi che disorienta il povero Watson (e di conseguenza Gregson e Lestrade) facendogli vedere la visione semplicistica del caso e facendolo inesorabilmente cadere in errore. A un Watson precipitoso si contrappone un Holmes misurato e acuto, come siamo abituati a vederlo nel Canone. E ovviamente non tralascia alcun indizio, risolvendo brillantemente il caso. Come detto, un gioiello. Un apocrifo breve ma perfettamente riuscito.
Edito nel 1987, è stato ristampato dalla Fabbri Editori nella collana Sherlock Holmes & Co. nel 2002, assieme a 30 Duke Street, dello stesso autore.

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