Sherlock Holmes e il dottor Watson sono in Cornovaglia per un periodo di riposo, in seguito al superlavoro cui è stato vittima il detective. I suoi nervi necessitano riposo, e già in passato la penisola sud occidentale è stata scelta come meta dall'investigatore per calmare i suoi nervi. Ma è l’inattività che fa più male al detective… Per fortuna il destino a volte segue percorsi tortuosi, ed ecco che un problema si presenta proprio lì dove Holmes e Watson hanno preso alloggio: una nave proveniente dall’isola di Sumatra naufraga sulle coste della Cornovaglia, l’equipaggio non si salva ad eccezione del capitano, ma qualcos’altro sbarca sulla terra inglese, qualcosa di mostruoso, un gigantesco ratto che semina distruzione. Trovarlo ed eliminarlo non è facile, e Holmes ricorrerà a un vecchio trucco…
Come Jessica Fletcher, la Signora in Giallo, anche Sherlock Holmes quando va in vacanza si imbatte in misteri e delitti. Non fa eccezione questo apocrifo che vuole gettare luce una volta per tutte sul gigantesco ratto di Sumatra citato nel Canone, ma purtroppo sarebbe stato preferibile rimanere all’oscuro di tutto! Il racconto non sta in piedi, è farraginoso. Ci sono due studiosi rivali che cercano in tutti i modi di ostacolarsi: uno dei due torna da Sumatra con il ratto a bordo ma la nave naufraga sulle coste della Cornovaglia, muoiono tutti tranne il capitano e il ratto scappa seminando distruzione. Holmes escogita un piano, telegrafa a Grenoble all’artista cui commissionò il busto usato nella Casa vuota e gli da appuntamento dopo due giorni in Baker Street. Ora, ammettendo che bastino due o tre giorni per realizzare una gigantesca femmina di ratto in cera (la “gigantesca topa di Sumatra” non si può sentire…) e portarla da Grenoble (Francia) a Londra, perché Holmes e Watson devono tornare a Baker Street (con Watson che riparte per la Cornovaglia praticamente subito, solo per raccomandare a Lestrade di non divulgare la storia!) e non si fanno spedire direttamente la statua? E poi c’è l’ingarbugliata vicenda tra i due studiosi, che praticamente hanno cercato di ammazzarsi a vicenda…
La trappola non riesce, il ratto decide di tuffarsi affrontando l’oceano per cercare di tornare a Sumatra (si sa che i ratti amano l’acqua!) ma sfortunatamente affoga dopo poche centinaia di metri, quindi senza prove in mano Holmes decide che “il mondo non è ancora pronto” per questa vicenda. La trama non è scorrevole, anzi a tratti “ingarbugliata” lo è davvero, e un ratto che preferisce suicidarsi allo scorrazzare libero per la campagna inglese non è credibile…
Apparso per la prima volta in Sherlock Holmes e il banchiere italiano ucciso a Londra sotto il Ponte dei Frati Neri (Liber Internazionale, 1995), è stato ristampato nel volume Il caso delle tre sorelle della serie Sherlock Holmes & Co. (Fabbri Editori, 2003).
Sul famoso ratto di Sumatra in tanti hanno voluto dire la loro: Daniel Gracely, Richard L. Boyer, Sid Fleischman, Jorg Kastner, Alberto López Aroca, David Stuart Davis, Paul D. Gilbert, Alan Vanneman (e probabilmente ne sto dimenticando qualcuno), nonché recentemente il nostro Gianfranco Sherwood.
Come Jessica Fletcher, la Signora in Giallo, anche Sherlock Holmes quando va in vacanza si imbatte in misteri e delitti. Non fa eccezione questo apocrifo che vuole gettare luce una volta per tutte sul gigantesco ratto di Sumatra citato nel Canone, ma purtroppo sarebbe stato preferibile rimanere all’oscuro di tutto! Il racconto non sta in piedi, è farraginoso. Ci sono due studiosi rivali che cercano in tutti i modi di ostacolarsi: uno dei due torna da Sumatra con il ratto a bordo ma la nave naufraga sulle coste della Cornovaglia, muoiono tutti tranne il capitano e il ratto scappa seminando distruzione. Holmes escogita un piano, telegrafa a Grenoble all’artista cui commissionò il busto usato nella Casa vuota e gli da appuntamento dopo due giorni in Baker Street. Ora, ammettendo che bastino due o tre giorni per realizzare una gigantesca femmina di ratto in cera (la “gigantesca topa di Sumatra” non si può sentire…) e portarla da Grenoble (Francia) a Londra, perché Holmes e Watson devono tornare a Baker Street (con Watson che riparte per la Cornovaglia praticamente subito, solo per raccomandare a Lestrade di non divulgare la storia!) e non si fanno spedire direttamente la statua? E poi c’è l’ingarbugliata vicenda tra i due studiosi, che praticamente hanno cercato di ammazzarsi a vicenda…
La trappola non riesce, il ratto decide di tuffarsi affrontando l’oceano per cercare di tornare a Sumatra (si sa che i ratti amano l’acqua!) ma sfortunatamente affoga dopo poche centinaia di metri, quindi senza prove in mano Holmes decide che “il mondo non è ancora pronto” per questa vicenda. La trama non è scorrevole, anzi a tratti “ingarbugliata” lo è davvero, e un ratto che preferisce suicidarsi allo scorrazzare libero per la campagna inglese non è credibile…
Apparso per la prima volta in Sherlock Holmes e il banchiere italiano ucciso a Londra sotto il Ponte dei Frati Neri (Liber Internazionale, 1995), è stato ristampato nel volume Il caso delle tre sorelle della serie Sherlock Holmes & Co. (Fabbri Editori, 2003).
Sul famoso ratto di Sumatra in tanti hanno voluto dire la loro: Daniel Gracely, Richard L. Boyer, Sid Fleischman, Jorg Kastner, Alberto López Aroca, David Stuart Davis, Paul D. Gilbert, Alan Vanneman (e probabilmente ne sto dimenticando qualcuno), nonché recentemente il nostro Gianfranco Sherwood.
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