Sherlock Holmes sta attraversando uno dei suoi frequenti momenti di
depressione. La mancanza di azione e di stimoli intellettivi spingono l'investigatore inglese ad assumere cocaina, fino a quando non bussa alla
sua porta una signorina dall'aspetto piacente, tale Mary Morstan. Il
padre della ragazza, ufficiale dell'esercito britannico, è scomparso
appena tornato dall'India e a lei, da svariati mesi, vengono consegnate
perle preziosissime da un anonimo benefattore. Ma c'è dell'altro. Cosa
sono quelle strane lettere che le vengono recapitate? E chi si cela
dietro la misteriosa firma "II Segno dei Quattro"? Ecco alcuni degli
ingredienti della seconda avventura di Sherlock Holmes, tra le nebbie di
Londra e i gioielli del Rajah, tra modernità e riti arcaici.
The Sign of the Four (successivamente The Sign of Four) esce nel 1890 sul Lippincott's Magazine, commissionato a Doyle dall'editore americano che aveva apprezzato i lavori pubblicati fino ad allora. Doyle non pensava più a Sherlock Holmes, almeno fino a quel momento. Decise, infatti, di scrivere questa nuova avventura del detective senza immaginare quello che sarebbe successo di lì a poco tempo: se non fosse mai esistito Il Segno dei Quattro non avremmo mai conosciuto Sherlock Holmes, che sarebbe nato e morto in un solo romanzo...
Per fortuna quel febbraio del 1890 la storia prese la piega che tutti conoscono, e dopo 124 anni Sherlock Holmes è ancora vivo e vegeto!
In questa avventura per la prima volta vediamo Holmes fare uso di una soluzione al 7% di cocaina, così come viene per la prima volta affrontato l'argomento del gentil sesso.
E' fondamentale capire che nella sociatà vittoriana la cocaina era non solo perfettamente legale e acquistabile in farmacia, ma addirittura dipinta come un rimedio a moltissimi mali. Sigmund Freud la usava tantissimo e ne descriveva gli effetti benefici. Solo intorno al 1910 circa si cominciò a capire che creava dipendenza ed era dannosa per l'organismo umano, ma ai tempi del romanzo siamo non solo nel lecito, ma addirittura nella visione opposta di quella attuale.
Quanto ai rapporti tra Holmes e le donne, egli afferma semplicemente che un coinvolgimento affettivo è dannoso per il ragionamento logico, in quanto altera la percezione della realtà. Tutto sommato non sembra una avversione alla donna in quanto essere umano di sesso femminile, bensì un timore di perdere lucidità (e alzi la mano chi, venendo coinvolto affettivamente in una relazione, non abbia mai perso, anche solo in parte, "la testa" come si dice). Anche in questo caso dobbiamo tornare indietro fino a quei tempi, dove non era così strano rimanere scapoli, o non trovare interesse in una relazione o in un matrimonio, senza per questo essere sospettati di omosessualità. Ma è un argomento che riprenderò in un altro post, presto o tardi...
Tornando alla storia, è Watson che trova la sua dolce metà, Mary Morstan, con cui vivrà anni felici, almeno fino a quando un non specificato male gliela porterà via tra il 1891 e il 1894 (il Grande Iato). Il dottore vive una romantica storia d'amore, sullo sfondo della trama principale, e alla fine si dichiara, contraccambiato, alla bella Mary.
Ma il romanzo è interessante per tantissimi aspetti, che aiutano a comprendere la Londra di quel tempo. Dopo Uno Studio in Rosso tornano gli Irregolari di Baker Street, facciamo la conoscenza di Toby (un segugio dall'olfatto assai sviluppato), entriamo in contatto con la Londra esotica e orientaleggiante, moda sviluppatasi a seguito della colonizzazione dell'India. E ancora, ci aspetta un viaggio notturno sul Tamigi...
La storia è stata rappresentata sul piccolo e grande schermo molte volte, e da attori di grande spessore: tra gli altri Athur Wontner, Peter Cushing, Ian Richardson, Vasilij Livanov, Jeremy Brett e... Charlton Heston!
Piccola curiosità: si è sempre indicato Sidney Paget come l'ideatore dell'immagine di Sherlock Holmes che tutto il mondo conosce, con in testa il deerstalker, un berretto da caccia con doppia visiera... Non è così, perché nel giugno 1890 sul The Bristol Observer, quindi almeno un anno prima di Paget, Sherlock Holmes viene ritratto con il deerstalker... e i baffi!
Piccola curiosità: si è sempre indicato Sidney Paget come l'ideatore dell'immagine di Sherlock Holmes che tutto il mondo conosce, con in testa il deerstalker, un berretto da caccia con doppia visiera... Non è così, perché nel giugno 1890 sul The Bristol Observer, quindi almeno un anno prima di Paget, Sherlock Holmes viene ritratto con il deerstalker... e i baffi!
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