Da una cassetta di sicurezza in una banca londinese spunta un manoscritto del biografo e compagno di avventure di Sherlock Holmes, il dottor John Watson. Solo dopo un secolo è possibile pubblicare lo scottante resoconto dell'avventura che portò il celebre investigatore e il suo fidato assistente a seguire la pista di un intrigo internazionale, fino a un castello scozzese sulle rive del Loch Ness. Tutto comincia quando un'affascinante straniera, scampata all'annegamento nel Tamigi e vittima di amnesia, viene portata al 221B di Baker Street. Nemmeno l'impassibile Sherlock Holmes saprà resistere al fascino di una bellissima donna in pericolo, a costo di sfidare la stessa regina Vittoria.
Chiunque abbia apprezzato il film non potrà farsi sfuggire il libro di Michael e Mollie Hardwick, tratto dalla sceneggiatura del film omonimo. Si tratta di un piccolo capolavoro, scritto in maniera impeccabile dai coniugi Hardwick, che cattura tutta l'essenza del film. Ma non è solo questo.
Vi sono tante, piccole e grandi, differenze.
Innanzitutto l'antefatto: il nipote di Watson apre la cassetta metallica del nonno nello studio del direttore della banca Cox & Co. e legge il manoscritto per l'estasiato Havelock-Smith e il signor Cassidy. E poi l'epilogo, che non svelerò per chi il libro ancora non l'ha letto.
Inoltre tante piccole piacevoli sfumature, dialoghi ampliati, descrizioni che (per ovvie ragioni) mancano nel film. Ad esempio, nel film Holmes incontra Mycroft la seconda volta da solo, nel libro è accompagnato da Watson. Ma c'è in agguato il rischio di dire troppo, e rovinare piccole piacevoli sorprese...
Dirò solo che è un gran bel libro, sia che lo leggiate prima o dopo aver visto il film, o che non lo vediate affatto (ma sarebbe un peccato...).
L'ultima edizione è di Alacràn (2008).
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