martedì 17 novembre 2015

Sherlock Holmes e la tragedia del Titanic

Nel 1912 Holmes e Watson si trovano a bordo del Titanic diretti in America, dove il detective inglese deve intraprendere una missione governativa top secret. Travestito da commodoro, Holmes ha anche l’incarico di badare a Christine Norton, giovane e attraente agente segreto, che deve consegnare alla marina statunitense dei progetti di grande importanza su di un sommergibile. Poco dopo la partenza i piani segreti vengono rubati e nascosti all’interno del transatlantico. La lista dei sospettati viene ristretta a un breve elenco di passeggeri, tra cui una bellissima vedova che non cela il suo interesse per il dottor Watson, ma soprattutto sul colonnello James Moriarty, fratello del leggendario professor Moriarty. Mentre l’indagine procede e la trama si infittisce, il Titanic si muove rapidamente attraverso l’Atlantico in direzione di New York.

 
Un romanzo datato 1996, ad opera di William Seil, giornalista e scrittore americano. Opera prima che centra subito il bersaglio, perché abbiamo tra le mani un ottimo apocrifo. L’ambientazione è sicuramente suggestiva, e lo svolgimento degli eventi reali ripercorre abbastanza fedelmente quelli tragici dell’affondamento del Titanic (senza Leonardo Di Caprio). Questi inoltre a loro volta sono incastrati con il continuum del Canone, che vede Holmes nel bel mezzo di una attività di spionaggio nel 1912. Una menzione meritano i personaggi principali (che sono molto vicini agli originali) e quelli secondari (sempre molto credibili e piuttosto interessanti). A voler trovare dei difetti, si può discutere sull’inserimento del colonnello James Moriarty, fratello del defunto professore (e perché anch’egli si chiama James?) in una trama che ne avrebbe fatto tranquillamente a meno. Di sicuro è intrigante, ma forse un po’ forzato. Oltretutto, non è un personaggio che si eleva sopra gli altri, anzi si fa notare solo sul finale in una sorta di deja vu
A voler essere pignoli, poi, non si vede la necessità di ambientare la trama sul Titanic: funziona così bene che “spostandola” su un qualsiasi altro transatlantico cambierebbe poco o nulla. Solo sul finale, infatti, quando assistiamo alla tragedia, ci ricordiamo che siamo sul Titanic, e che non arriverà mai a New York: se si trattasse di un’altra nave e il romanzo si concludesse con un tranquillo arrivo in porto nulla a mio avviso si perderebbe della bellezza dell’intreccio.
Una curiosità: l’agente del governo inglese che coinvolge Watson in questa avventura, su richiesta di Mycroft, si chiama Sidney Reilly, esattamente come la spia di Sherlock Holmes e il diario segreto del dottor Watson… singolare, vero?
Il romanzo è stato pubblicato in Italia per la prima volta nel 2009 da DelosBooks.