mercoledì 31 dicembre 2014

Il Segno dei Quattro

Sherlock Holmes sta attraversando uno dei suoi frequenti momenti di depressione, fino a quando non bussa alla sua porta una signorina dall'aspetto piacente, tale Mary Morstan. Il padre della ragazza, ufficiale dell'esercito britannico, è scomparso appena tornato dall'India e a lei, da svariati mesi, vengono consegnate perle preziosissime da un anonimo benefattore. Ma c'è dell'altro. Cosa sono quelle strane lettere che le vengono recapitate? E chi si cela dietro la misteriosa firma "II Segno dei Quattro"? Ecco alcuni degli ingredienti della seconda avventura di Sherlock Holmes, tra le nebbie di Londra e i gioielli del Rajah, tra modernità e riti arcaici.



Tra il 1983 e il 1984 la TV australiana ha trasmesso quattro adattamenti dai romanzi di Conan Doyle, prodotti dalla Burbank Films con la voce di Peter O'Toole. Si tratta di The Sign of Four, The Baskerville Curse, A Study in Scarlet e Valley of Fear. Si tratta quindi del primo adattamento, e supera l'esame a pieni voti.
La qualità è piuttosto alta, animazioni ben delineate e proporzionate per l'epoca, e la sceneggiatura ricalca quasi alla perfezione il romanzo originale. Viene ovviamente omessa la dipendenza di Holmes dalla cocaina, così come la morte di Tonga viene "addolcita": Holmes spara ma lo manca, ma il pigmeo inciampa in una fune e cade nel fiume annegando. Non vi è alcun accenno a una possibile storia d'amore tra Watson e Mary Morstan, ma visto che Watson viene ritratto come un signore di mezza età, sembrerebbe piuttosto improbabile.
Tolti questi trascurabili dettagli, a maggior ragione trattandosi di un cartone animato, siamo di fronte a un prodotto di grande qualità, e anche se ormai siamo abituati ad animazioni per la TV di altissimo livello, questa produzione non sfigura affatto.
Di passaggi in TV italiane manco a parlarne, l'unico modo di vederlo è in lingua originale, godendosi la voce di Peter O'Toole.

 

Il Segno dei Quattro

Un misterioso individuo con una gamba di legno si affaccia alla finestra di John Sholto, ex ufficiale dell'Esercito, che muore per lo spavento. La signorina Mary Morstan suona alla porta di Sherlock Holmes con una misteriosa missiva e un diamante preziosissimo, il Great Mogul, arrivatole per posta assieme al biglietto. Cosa significa la misteriosa firma "II Segno dei Quattro"? Perché uno dei figli di Sholto viene assassinato in circostanze misteriose, e chi l'ha ucciso? Holmes e Watson vengono trascinati in una esotica e pericolosissima avventura, che li porterà verso il favoloso tesoro di Agra.



In questo film per la TV britannica è Ian Richardson a vestire i panni di Sherlock Holmes, mentre David Healy interpreta Watson. I due svolgono un lavoro egregio, forse un po' sopra le righe Richardson, mentre Healy semmai non è molto adatto fisicamente al ruolo, pur essendo un Watson credibile. La regia è molto buona, vicina a un prodotto cinematografico, ma è la sceneggiatura a fare acqua (letteralmente!).


Innanzitutto non vi è la storia d'amore tra Mary Morstan e Watson, giusto qualche laconico scambio di sguardi ma niente di più. In secondo luogo Thaddeus Sholto viene assassinato da Jonathan Small (senza motivo) e Holmes (da solo, e chissà in seguito a quale intuizione) interviene lottando con Tonga (scena piuttosto comica) facendolo fuggire, salvando Mary da morte certa. Successivamente si reca nel circo di stanza proprio di fronte alla casa di Thaddeus Sholto, dove Tonga si esibisce come creatura aborigena e carnivora, dovendo affrontare dapprima l'uomo forzuto che gli lancia il bilancere, poi inseguendo Tonga e Small nella casa degli orrori. I due sfuggono ancora e Holmes torna a Baker Street. Holmes si traveste da marinaio ingannando Watson come da copione, ma non è lui a scoprire la lancia Aurora in rimessa, bensì i suoi irregulars. Scatta allora l'inseguimento sul Tamigi, solo che si svolge di giorno e non di notte. Ad aggiungere ulteriore pathos Holmes salta sull'Aurora e lottando con Small cadono entrambi in acqua. Tornati tutti in Baker Street, la cassetta si rivela essere vuota ma, colpo di scena: Holmes apre la gamba di legno di Small e cominciano a cadere sul tappeto i gioielli del tesoro di Agra. Ovviamente appartengono alla Corona e vengono portati via, ma Mary tiene per se il Great Mogul.


Altra nota stonata: l'ispettore di Scotland Yard dovrebbe essere Athelney Jones, ma viene chiamato ispettore Layton. Da segnalare anche l'utilizzo di Toby in maniera ben poco ordodossa: mentre il segugio segue le tracce, Holmes e Watson dapprima vanno a piedi, poi seduti comodamente su un carro, e poi addirittura in bicicletta! Infine non si riesce a capire perché utilizzare nella sigla di apertura scene tratte sia dalla stessa pellicola, col risultato di anticipare parecchio la trama, che da Il mastino dei Baskerville, girato in contemporanea dalla stessa produzione.
In definitiva lascia un sapore agrodolce in bocca: da un lato abbiamo un certo dispendio di fondi, visto che potrebbe benissimo passare per una pellicola per il cinema, e la presenza di un Ian Richardson che si dimostra un ottimo Holmes (tranne forse quando alza il sopracciglio!), mentre dall'altra parte una serie di spunti che non sempre risultano vincenti, ma più spesso sfiorano il ridicolo. Da segnalare una particolarità: è stata utilizzata una sequenza di Vita Privata di Sherlock Holmes, chissà perché.
Uscito nel 1983, in Italia c'è stato almeno un passaggio televisivo sul finire degli anni '80 su Rete 4 in prima serata, mentre non è tuttora disponibile in DVD, se non in lingua originale.

martedì 23 dicembre 2014

Matto per il mistero

Un fatto sconvolgente è accaduto: alla vigilia dell'inaugurazione dell'Esposizione Universale di Parigi è stato rapito il Principe di Wurttemberg. Nello studio del Grande Investigatore sfilano il Primo Ministro, l'Arcivescovo di Canterbury e la Contessa di Dashleigh, tutti implorandolo di risolvere il mistero e ritrovare il Principe sano e salvo... Il Grande Investigatore non esiterà a usare ogni mezzo a sua disposizione e tutto il suo ingegno, nonché la grande abilità nel travestimento, per portare a buon fine questa missione estremamente delicata!





Un brevissimo pastiche di Stephen Leacock datato 1911, in cui non viene mai detto espressamente il nome del Grande Investigatore, ma ci sono pochi dubbi sulla sua identità!
Si tratta di un racconto parodistico, in cui il Principe di Wurttemberg altri non si tratta che di un cane che deve competere alla mostra per cani di Parigi, solo che nessuno ha mai specificato che si trattasse di un cane, per cui il Grande Investigatore cerca in tutta Londra senza riuscire a trovare alcun Principe.
Alla fine, quando l'equivoco sarà stato chiarito e il cane ritrovato senza coda e col pelo tagliato, sarà il Grande Investigatore in persona a travestirsi da cane e a partecipare, vincendo tutti i nastri, alla mostra per cani di Parigi per conto della Contessa di Dashleigh.
In Italia è stato pubblicato nel 1987 all'interno dell'agenda Sherlockiana 1987 (Rosa & Nero, 1986).

sabato 20 dicembre 2014

La vendetta di Sherlock Holmes

Che ne è stato della famiglia imperiale dei Romanov, al centro di una rocambolesca missione segreta? E quale la sorte della celebre coppia Holmes & Watson, reduce da quell'impresa impossibile e poi separata dagli eventi? Eventi di tale portata da sprigionare ancora i loro effetti dirompenti, mentre il re dei detective, stremato e delirante, viene trovato alla deriva nell'oceano su una scialuppa di salvataggio. Da New York a Londra, tra spie e boss della malavita organizzata, leader politici e star hollywoodiane, il mondo è ormai un'immensa scacchiera dove ogni pedina gioca una partita imprevedibile e pericolosa.  Chi sopravvivrà? Chi sarà eliminato? A tutti questi interrogativi, solo una mente superiore potrebbe offrire una soluzione. Oltre la quale si cela una domanda ulteriore, sconvolgente quanto inconcepibile. A muovere i fili del diabolico intrigo potrebbe davvero essere... lo stesso Sherlock Holmes?


Spesso vale la regola del numero 2, in letteratura come al cinema, per la quale i sequel non reggono il confronto con gli originali. Anche in questo caso, ma in maniera esponenziale, vale suddetta regola...
Se per Sherlock Holmes e il diario segreto del Dottor Watson ho espresso lodi e apprezzamento, non è la stessa cosa per La vendetta di Sherlock Holmes. Innanzitutto la narrazione: troppo frammentata e soprattutto "per sentito dire", visto che Watson nel 90% degli eventi non è testimone. La trama: comincio col dire che il ruolo di Sherlock Holmes in questo libro è veramente marginale, si parla di Reilly e dei Romanov, di Bugsy Siegel e della malavita di New York... poi ci si ricorda ogni tanto che c'è anche Sherlock Holmes, solo che non è Sherlock Holmes! Per realizzare la sua vendetta, ovvero scoprire e punire chi ha cercato di ucciderlo, si è trasformato in un criminale: prima un consigliori di Lucky Luciano & Co., poi prendendo il posto del defunto John Clay a capo della malavita londinese, esportando whiskey di contrabbando verso l'America proibizionista... Roba da non credere.
Paradossalmente Holmes non porta a compimento alcuna vendetta! Non riesce nemmeno a scoprire il reale mandante né il motivo. Si suppone fosse il Re in persona, ma non vi è alcuna certezza. Holmes termina i suoi giorni da criminale, senza mai incontrare Watson.
In conclusione, quanto di buono c'era nel libro precedente è stato completamente vanificato in questo. Semplicemente terribile.
Il romanzo è stato pubblicato nel 2014, e in Italia è uscito in edicola come numero 4 della collana Il Giallo Mondadori - Sherlock (Mondadori, 2014) ed è disponibile anche in formato ebook.

mercoledì 10 dicembre 2014

Un Samba per Sherlock Holmes

Rio de Janeiro, 1886. L'attrice Sarah Bernhardt si esibisce al Teatro Municipale della città, affascinando il pubblico locale. La città è ai suoi piedi, e persino l'imperatore Pedro II viene a renderle omaggio. Egli le confida un segreto: la scomparsa di un prezioso violino Stradivari regalato all'affascinante vedova Baronessa Maria Luiza. L'attrice propone al monarca di assumere il suo amico, il leggendario detective inglese Sherlock Holmes, per risolvere il caso. Successivamente, un brutale omicidio sconvolge la città: una prostituta viene uccisa e mutilata, e una corda di violino viene lasciata sul pube della ragazza. Sherlock Holmes indaga, ma sotto il calore del sole tropicale, le vite di Holmes e del dottor Watson vengono sconvolte, tra mulatte focose e riti magici di possessione...


Tratto dall'omonimo romanzo, nel 2001 viene realizzato un film (O Xangô de Baker Street) con Joaquim de Almeida nel ruolo di Sherlock Holmes e Anthony O'Donnell in quello del Dr. Watson, per la regia di Miguel Faria Jr.
Il film riprende in larga parte il libro, quasi in maniera letterale, tranne alcune parti mancanti (la visita alla casa di cura, la giornata all'ippodromo) che avrebbero allungato notevolmente la durata del film, che già così dura quasi due ore.


La riproduzione è piuttosto fedele e gli attori sono molto bravi. Forse Holmes è troppo "statico" rispetto al romanzo, ma tutto sommato non guasta questa flemma inglese ricercata dall'attore che lo interpreta. Il film è davvero gustoso, una scena per tutte quella dell'obitorio con scambi volanti del fegato della vittima...
Recitato in tre lingue (francese, portoghese e inglese) rispettando fedelmente il romanzo, non è mai arrivato in Italia: non resta che reperirlo in DVD e vederlo sottotitolato in italiano.


domenica 7 dicembre 2014

Un Samba per Sherlock Holmes

Fatti inquietanti succedono a Rio de Janeiro negli ultimi anni dell'800: la misteriosa sparizione di un prezioso violino Stradivari si accompagna alla macabra scoperta di alcuni cadaveri femminili, vittime dello stesso diabolico assassino. Per suggerimento della leggendaria attrice Sarah Bernhardt, in tournée ai Tropici, l'imperatore Pedro II convoca in Brasile Sherlock Holmes, accompagnato dal fido Watson. Quella che doveva essere una inchiesta alquanto riservata diventa una saga piena di pericoli e di avventure d'ogni genere: gastronomiche, farmacologiche, religiose, amorose e intellettuali. Sherlock Holmes imparerà a sue spese che i delitti commessi sotto la linea dell'Equatore non sono affatto elementari...



Jô Soares (1938) inscena in un Brasile sensuale e affascinante un giallo dalla soluzione nient'affatto semplice: se da un lato (quello comico) ci sono la goffaggine di Holmes e la ottusa britannicità di Watson, dall'altro lato vi è un crimine efferato, un giallo tetro e intricato in una cornice solare e pittoresca. Si può ridere di un Holmes costretto a una fermata obbligatoria sulla tazza dei bagni della Biblioteca Nacional nel bel mezzo di un inseguimento, così come della sua disavventura con la canapa indiana, o degli interventi a sproposito di un Watson troppo lontano da casa, ma c'è un'indagine che solo per alcuni dettagli di differenze linguistiche (ad esempio la notazione delle note in inglese e nei paesi latini) Holmes non riesce a concludere in maniera positiva. E come potrebbe, senza questi elementi chiave?
Va detto che i veri Holmes e Watson non sono proprio così, l'uno non è così maldestro e di sicuro avrebbe condotto indagini più accurate, e l'altro non è così british da non apprezzare e adattarsi a un Paese così diverso ma così accogliente.
Un discorso a parte merita la bella mulatta Anna Candelària, una bellezza esotica cui difficilmente un uomo potrebbe resistere. Chissà, forse neanche lo Sherlock Holmes canonico. E' ovvio che la storia d'amore con Holmes viene dipinta con toni da commedia, e non ci sarà mai la possibilità per loro di "concludere", anzi proprio per questo è divertente.
Siamo di fronte a un apocrifo serio e divertente allo stesso tempo, ma è indubbio che divide gli appassionati, come tutte le parodie del resto, ma vale la pena leggerlo, scoprendo così che non solo è stato Holmes a coniare il neologismo "serial killer", ma ha anche incontrato un precursore di Hannibal Lecter, mentre Watson ha sperimentato i riti di possessione del Candomblè...
Scritto nel 1995, la prima edizione italiana è del 1996 (Einaudi). Nel 2001 è stato tratto un film omonimo, inedito in Italia.

sabato 29 novembre 2014

Un caso di identità

La giovane ereditiera Mary Sutherland si presenta da Holmes, alla presenza del dottor Watson, pregandolo di ritrovare il suo promesso sposo Hosmer Angel, scomparso mentre si recava in chiesa per sposarsi. La ragazza vive con la madre vedova, che si è risposata con un tale Windibank, più giovane di lei di quindici anni e contrario a qualsiasi vita sociale della giovane. Mary tuttavia conosce a un ballo il gentiluomo Hosmer, che la corteggia con il consenso della madre, fino a convincerla a sposarlo per mettere il patrigno di fronte al fatto compiuto. Egli le chiede anche di giurargli fedeltà eterna, ma scompare in circostanze alquanto misteriose proprio prima di arrivare all'altare.
Siamo di fronte a un tipico piccolo dramma familiare: la ragazza che non ha vita sociale e vorrebbe uscire dalla sua condizione, la madre vittima/complice di un patrigno che non ha altro interesse se non quello di mantenere questo status per non perdere la cospicua rendita della figliastra. Situazioni del genere nell'epoca Vittoriana erano purtroppo molto diffuse, tanto è vero che le vediamo in più di uno dei racconti di Sherlock Holmes.
La spregevole macchinazione del patrigno viene svelata grazie al fatto che Hosmer Angel scriveva le sue lettere (nonché la firma) a macchina, presentando gli stessi difetti tipografici delle lettere commerciali del patrigno. Purtroppo la legge non può nulla in casi come questo, perciò è lo stesso Holmes a essere fortemente tentato di dare una severa lezione al mascalzone, impugnano un frustino.
Windibank scappa a gambe levate, e Holmes profetizza per lui un futuro nero, costellato di crimini sempre peggiori.
Il racconto è piuttosto breve, un caso semplice ma emblematico, in quanto dimostra una volta di più la simpatia di Holmes per le classi meno abbienti e per gli individui, siano uomini o donne, che purtroppo vengono spesso schiacciati dai canoni delle società.
Una piccola curiosità: vediamo introdurre la signorina Mary Sutherland da un giovane fattorino senza nome (nei racconti successivi verrà chiamato Billy). Tale personaggio "appare" e "scompare" nei racconti senza alcuna ragione apparente, un po' come la signora Turner in Uno scandalo in Boemia...


Il mistero del megadormitorio

Che cosa avviene in un dormitorio studentesco durante le notti di luna piena? Perché sono stati trovati cadaveri di studenti con tracce di pneumatici? Sono morti schiacciati da un’auto fantasma? E come, visto che le stanze degli studenti si trovano al quarto piano? Per risolvere questo mistero c’è solo una persona da contattare, il Grande Investigatore…







Questo brevissimo racconto di Sharon N. Farber, autrice di fantascienza e horror, uscito per la prima volta nel dicembre 1976 su Ellery Queen Mystery Magazine, pur non rivelando mai il nome del Grande Investigatore, non può che fare riferimento a Sherlock Holmes.
Il racconto è davvero breve ma piacevole. Ovviamente il Grande Investigatore risolverà il mistero senza alcuno sforzo, e lascerà il campo con una famosa massima, sebbene storpiata.
E’ stato stampato in Italia all’interno dell’antologia Sherlock Holmes nel tempo e nello spazio (Mondadori, 1990).

Assassinio a Ghastleigh Grange

Nell’imponente maniero di Ghastleight Grange, a Grimly Sinister, Miss Melpomene Beetroot è stata orribilmente assassinata, schiacciata da un pesante lampadario. Il Duca di Ghastleight ha inviato una lettera a Sherlock Holmes chiedendo di investigare sull’accaduto. Non sarà facile riuscire a risolvere l’enigma: Sherlock Holmes dovrà ricorrere a complessi calcoli matematici per smascherare il colpevole…






Un brevissimo racconto di Ian Stewart, pubblicato su Le Scienze n. 292 (1992, edizione italiana di Scientific American), in cui vediamo Sherlock Holmes alle prese con un problema matematico, vale a dire il Circuito Hamiltoniano. Per chi non è un matematico, si tratta di un percorso chiuso che attraversi una rete passando per ciascun nodo esattamente una volta. Prende il nome da Sir William Rowan Hamilton, il quale mise in commercio un rompicapo in cui si richiedeva di completare proprio un circuito di questo genere lungo gli spigoli di un icosaedro. In parole povere Holmes riesce a dimostrare che il colpevole (vale a dire… il maggiordomo!) non può essere passato una sola volta in ognuna delle 46 stanze, ma in una (quella di Miss Beetroot) è passato due volte commettendo l’assassinio.
Ian Stewart non è l'unico a "prendere in prestito" Holmes e Watson per illustrare problemi matematici o fisici, basti pensare a Colin Bruce che ha scritto ben due raccolte di racconti, Sherlock Holmes e le trappole della logica (Cortina Raffaello, 1997) e Sherlock Holmes e i misteri della scienza (Cortina Raffaello, 2001).

giovedì 27 novembre 2014

La Lega dei Capelli Rossi

Nel salotto di Baker Street si presenta Jabez Wilson, proprietario di un piccolo negozio di pegni. Wilson era venuto a conoscenza, tramite l'avviso di un suo dipendente, che la Lega dei Capelli Rossi era in cerca di un nuovo membro. Andando alla selezione era stato scelto tra numerosi concorrenti: il suo compito, ben pagato, consisteva nel rimanere all'interno dell'edificio e ricopiare l'Enciclopedia Britannica. Un giorno però Wilson ha trovato chiuso l'ufficio, con affisso un cartello con su scritto "La Lega dei Capelli Rossi è sciolta"...





Uno strano tipo il signor Jabez Wilson, con un caso ancora più singolare da sottoporre a Sherlock Holmes. Perché questa fantomatica Lega dei Capelli Rossi all'improvviso si è sciolta? E perché tenere occupato Wilson facendogli trascrivere l'Enciclopedia Britannica? Ovviamente c'è dietro qualcosa di misterioso, un secondo fine criminoso.
Ma è sabato, e nel pomeriggio suona Sarasate! Il tempo stringe e Sherlock Holmes deve scoprire cosa c'è dietro in poco tempo. E' un problema da tre pipate!
Una delle Avventure più amate dagli Sherlockiani di tutto il mondo. Vediamo il detective intento a fumare per 50 minuti di fila (le famose tre pipate) rannicchiato sulla sua poltrona, con le ginocchia raccolte al corpo (una posa tipica di Holmes), e successivamente completamente rapito dalla musica di Sarasate, nella "terra dei violini".
Ma il caso in realtà è piuttosto serio: l'obiettivo è l'oro della City and Suburban Bank, 30000 Napoleoni in oro che fanno gola a John Clay e al suo complice. Clay altri non è che il dipendente di Wilson, che assieme al suo compare hanno scavato un tunnel fino al caveau della banca, partendo dalla cantina del banco dei pegni di Jabez Wilson, approfittando delle ore di assenza di quest'ultimo, impegnato con questa improbabile Lega dei Capelli Rossi, creata ad hoc proprio dai due malviventi per potere agire indisturbati.
Dopo un appostamento notturno (spesso assistiamo a scene del genere) i colpevoli vengono presi e il crimine viene sventato.
Da notare una contraddizione nelle date: il The Mornig Chronicle (in cui vi è l'annuncio della Lega) è del 27 aprile 1890, "giusto due mesi fa". Dovremmo essere in giugno, quindi, solo che la data dello scioglimento della Lega (giorno in cui Jabez Wilson consulta Holmes) è il 9 ottobre 1890. Ma è giugno o ottobre?
Una delle Avventure più amate, dicevamo, una delle più famose e riproposte in serie televisive, addirittura fin dal 1951. Nel 1999 è stata votata in un sondaggio come seconda tra le storie più belle di Sherlock Holmes.


La scritta insanguinata

Un orribile delitto è stato commesso al numero 3 di Lauriston Gardens. Un cadavere col volto segnato da una maschera di terrore, una fede nuziale ritrovata sotto il corpo e la scritta "vendetta" scritta col sangue sulla parete. Nonostante la presenza dell'ispettore Lestrade e dell'ispettore Gregson, l'unico in grado di risolvere l'enigma e prendere il colpevole è Sherlock Holmes.







La seconda parte del primo episodio delle avventure di Sherlock Holmes e del Dottor Watson realizzate dalla televisione russa si apre con una tipica mattinata a Baker Street, con Holmes che si lamenta per la scarsità di crimini in una città come Londra. Mentre i due giocano a scacchi, Watson mostra a Holmes il proprio orologio, e lo sfida a ricavarne indizi sul proprietario. Holmes stupisce Watson con gli indizi che riesce a trovare sul suo defunto fratello (episodio tratto da Il Segno dei Quattro) dopodiché un ex sergente di marina recapita un messaggio dell'ispettore Gregson riguardante un delitto a Lauriston Gardens. I due si recano sul luogo del delitto e da qui in poi la trama ricalca abbastanza fedelmente Uno Studio in Rosso. La differenza maggiore riguarda l'arresto di Jefferson Hope, che avviene per strada in seguito ad un finto malore di Holmes e non nel salotto di Baker Street.


Da segnalare anche un viaggio notturno a Lauriston Gardens da parte di Watson, con conseguente aggressione ai suoi danni, episodio completamente inventato dagli sceneggiatori.
Ottima l'interpretazione di Libabov e Solomin, pregevole la ricostruzione della trama originale (nonostante la povertà di mezzi e un utilizzo esasperato della camera a spalla). In definitiva siamo di fronte a un prodotto realizzato con grande rispetto e amore per la figura di Sherlock Holmes. E' davvero un peccato che non siano mai stati doppiati in italiano e che non siano mai stati trasmessi qui da noi.


martedì 18 novembre 2014

Uno scandalo in Boemia

Nel salotto di Baker Street arriva un visitatore misterioso, avvolto in un mantello e con il volto coperto da una maschera. Ma dietro la maschera e il nome di Conte Von Kramm si nasconde Wilhelm Gottsreich Sigismond von Ormstein, Re di Boemia! Egli ha avuto una relazione con la cantante lirica Irene Adler, ed ora teme che questa voglia ricattarlo, alle soglie del matrimonio con la seconda figlia del Re di Scandinavia, per mezzo di una foto compromettente. Sherlock Holmes deve recuperare quella foto a tutti i costi...





Sul numero di luglio 1891 dello Strand Magazine comincia la leggenda di Sherlock Holmes, la prima delle Adventures decreterà definitivamente la consacrazione del detective e di Conan Doyle.
Il dottor Watson, sposatosi nel Segno dei Quattro, torna a fare visita a Sherlock Holmes, il quale sta aspettando un visitatore che ha inviato un biglietto alquanto misterioso. Dopo aver dedotto ogni possibile informazione del biglietto, arriva il Conte Von Kramm, che altri non è che il Re del regno di Boemia. Il caso è quantomai delicato: si tratta di recuperare una foto compromettente che ritrae lo stesso Re e la cantante e avventuriera Irene Adler, dopo che sono già stati fatti dei tentativi, da parte del Re, di comprare e di rubare la foto. Sherlock Holmes ha poco tempo, e ricorre a ben due travestimenti e a un piccolo stratagemma per riuscire a sapere con esattezza dove si trova la foto. Ma Irene Adler non è una donna comune, ha capito tutto e ha la sfacciataggine di augurare la buona notte a Sherlock Holmes, passando davanti alla sua porta travestita da uomo. Il giorno dopo il Re si reca a casa della Adler con Holmes e Watson, ma ella è partita, lasciando una lettera in cui assicura di non voler interferire con le nozze del Re, e una sua foto. Sherlock Holmes, ritenendosi in qualche modo sconfitto, chiede al Re la foto di Irene Adler, che per lui sarà sempre La Donna.
E' singolare che, pur riuscendo nel suo intento, Holmes si ritenga sconfitto da una donna, per la quale avrà sempre una stima incondizionata. Nel 1891 non lo si poteva prevedere, ma Irene Adler sarà spesso al fianco di Sherlock Holmes, immortalata in apocrifi e film, che la vedranno come segreto amore del detective. Certo è che la bellissima Irene colpisce Sherlock, che la definisce "una donna deliziosa, con un volto per cui si potrebbe morire".
Con questa avventura iniziano anche le illustrazioni di Sidney Paget, che delineerannno per sempre la figura di Sherlock Holmes. La storia verrà successivamente ristampata in volume assieme ad altre 11, dal titolo Le Avventure di Sherlock Holmes (The Adventures of Sherlock Holmes), e verrà trasposta per la televisione e per il teatro.
Piccola curiosità: poco prima di prepararsi per lo stratagemma risolutivo, travestendosi da prete, Holmes racconta a Watson la sua giornata e gli sviluppi della faccenda, e gli propone di aiutarlo per la mossa decisiva, dicendo: "Quando la signora Turner ci avrà portato il vassoio glielo spiegherò".
Chi è la signora Turner?

lunedì 17 novembre 2014

Hoka Holmes

Il pianeta Toka è abitato dagli ursidi Hoka e dai rettili Slissi. Mentre gli Slissi sono tendenzialmente guerrafondai, gli Hoka sembrano essere più intelligenti e desiderosi di inserirsi nella lega Interesseri, che racchiude gli esseri senzienti dell'universo. Il problema con gli Hoka è che pare non conoscano la differenza tra realtà e finzione letteraria, pertanto, giunti in contatto con la letteratura e il cinema terrestre, si autoconvincono che il modo più corretto di comportarsi sia quello mostrato nei film e romanzi, comportandosi in tutto e per tutto di conseguenza. Per prendere uno spacciatore di droga rifugiatosi sul pianeta Toka, i detective umani Geoffrey e Jones dovranno chiedere aiuto a... Sherlock Holmes!



Poul Anderson e Gordon R. Dickson hanno creato questo pianeta Toka abitato da Hoka e Slissi. I primi, in particolare, sono una razza molto particolare, dato che si immedesimano in maniera totale nella letteratura terrestre, e soprattutto amano gli scritti di Conan Doyle, perciò eccoci di fronte allo Sherlock Holmes della razza Hoka, che dell'originale ha tutte le piccole manie e, sorprendentemente, uno spiccato talento investigativo. Sarà lui, infatti, a risolvere il mistero della sparizione di Sir Henry Baskerville, del mostro della brughiera e dello spacciatore ppussjano Numero Dieci.
Questo divertente racconto lungo è stato scritto nel 1957 e pubblicato in Italia per la prima volta nel volume Fantastrenna (Urania 363, Mondadori, 1964). Successivamente è stato ristampato in Delitti senza tempo (Biblioteca del Giallo Mondadori 2, 1978), in Hoka Sapiens (Urania 1023, Mondadori, 1986), in Sherlock Holmes nel tempo e nello spazio (Mondadori, 1990) e infine in Hoka Sapiens (Classici Urania 266, Mondadori, 1999).

L'avventura del viaggiatore integrale

Se la caduta del professor Moriarty alle cascate di Reichenbach non fosse stata fatale, e il Napoleone del crimine non fosse morto in quella circostanza, ma avesse continuato a ideare ingegnosi crimini servendosi di una sua invenzione: una macchina del tempo? Ciò significa che una serie di eventi passati e futuri potrebbero essere stati modificati dal malvagio professore... ma quali? La risposta potrebbe risolvere un enigma che affascina gli studiosi da secoli: chi è il misterioso terzo sicario del Macbeth?





In questo racconto di Anne Lear, il professor Moriarty non muore alle cascate di Reichenbach, ma con l'aiuto del colonnello Moran torna in patria e si nasconde all'interno di una comunità scientifica, dove mette a punto una straordinaria invenzione: una macchina per viaggiare nel tempo. Il sogno di qualunque ladro, avere la possibilità di rubare tesori inestimabili attraverso i secoli...
Ma qualcosa va storto, la macchina si rompe e Moriarty si trova faccia a faccia con William Shakespeare nel bel mezzo del Macbeth! Grazie alla sua buona memoria, il professore interpreta il ruolo del terzo sicario, ma se prima di allora non esisteva, allora chi ne ha scritto le battute?
Il racconto è breve ma efficace, scritto nel 1978 e pubblicato per la prima volta in Italia nel volume Asimov - Il problema marziano (SIAD edizioni, 1985), e poi ristampato in Sherlock Holmes nel tempo e nello spazio (Mondadori, 1990).

domenica 16 novembre 2014

L'estremo delitto

E' uno strano gruppo di persone i Vedovi Neri: si radunano per una cena tra amici e parlano di delitti, di assassini, di enigmi intricati, cercando di dipanare le matasse con l'aiuto del maggiordomo Henry, il loro "Sherlock Holmes". Durante una di queste riunioni uno dei partecipanti, un "Irregular of Baker Street", cerca la loro collaborazione per risolvere un mistero intrigante: di cosa parla Moriarty nel suo famoso trattato "La dinamica di un asteroide"? E perché non ne è giunta traccia ai giorni nostri?





L'illustre autore di questo racconto breve è nientemeno che Isaac Asimov (1920-1992), grandissimo autore di fantascienza nonché, grazie ai suoi Vedovi Neri, di eccellenti polizieschi. Asimov era un grande appassionato di Sherlock Holmes, e per di più un Irregular. Nel 1976 decide di dare il suo tributo a Sherlock Holmes con questo racconto, immaginando che un Irregular sia alle prese con un enigma riguardante il trattato del professor Moriarty "La dinamica di un asteroide", che gli è valso grande prestigio negli ambienti scientifici. Ma di cosa parla? Di quale asteroide in particolare? E perché non se n'è saputo più niente?
Con l'ausilio dei suoi Vedovi Neri e dell'impareggiabile Henry, Asimov risolve elegantemente questo enigma finora irrisolto.
Il racconto è stato pubblicato per la prima volta in Italia nella raccolta Largo ai Vedovi Neri (Rizzoli, 1982), e successivamente nella splendida antologia Sherlock Holmes nel tempo e nello spazio (Mondadori, 1990), curata dallo stesso Asimov.

mercoledì 12 novembre 2014

Conoscente

Il dottor Watson, appena tornato dall'Oriente, è in cerca di un alloggio da dividere con un coinquilino e l'amico Stanford lo porta a casa di Sherlock Holmes, uno strano personaggio che si diletta di chimica in salotto e ignora la teoria Copernicana. Il misterioso modo di fare del suo coinquilino induce Watson a credere che Holmes sia connesso strettamente al mondo del crimine, ma come diabolica mente criminale. Dopo l'opportuno chiarimento, i due ricevono la visita della signorina Helen Stoner, che ha paura per la propria vita. Dopo la visita del dottor Roylot, patrigno della signorina Stoner, Holmes e Watson si recano a Stoke Moran e scopriranno un terribile segreto.



Il primo degli episodi interpretati da Vasily Livanov (Holmes) e Vitalij Solomin (Watson) si apre con il famoso incontro tra i due, solo che avviene nel salotto di Baker Street, dove Holmes alloggia già da solo, lamentandosi dell'affitto troppo alto.
E' curioso come l'atteggiamento misterioso di Holmes induca Watson a crederlo un criminale e, dopo un amichevole incontro di boxe tra i due, tutto il mistero venga svelato.
Successivamente viene introdotto il caso de La banda maculata, che viene rappresentato in modo piuttosto fedele al racconto.


Questo episodio per la TV russa è davvero molto curato. Vediamo ben caratterizzati gli interni (un po' meno gli esterni: Stoke Moran non è proprio inglese né ottocentesca!), così come i costumi, e i dialoghi sono molto curati. Una menzione a parte ovviamente meritano gli interpreti: Livanov è un ottimo Holmes, mentre Solomin è un Watson solido e molto "inglese". Davvero un'eccellente interpretazione da parte di entrambi. Un po' troppo sopra le righe l'interprete del dottor Roylot...
Pur non avendo potenti mezzi economici, la televisione russa è riuscita a confezionare un ottimo prodotto, ed è davvero un peccato che non siano mai stati trasmessi in Italia questi episodi. In rete si trovano in russo sottotitolato: armatevi di pazienza...

lunedì 3 novembre 2014

L'uomo che odiava Sherlock Holmes

Quando la polizia trova il cadavere di Alex Cale strangolato nella sua camera all’Algonquin Hotel di New York, sulla parete campeggia una sola parola, scritta con il sangue: “Elementare”. Non ci vuol molto a capire che l’omicidio è un puzzle che solo un raffinato conoscitore di Sherlock Holmes può sperare di ricostruire. Il giovane Harold White non è un detective professionista, però ha fiuto da vendere ed è un vero cultore dei libri di Conan Doyle. Come gli altri membri della sua associazione, era all’Algonquin per la conferenza nella quale Cale si preparava ad annunciare il ritrovamento del diario perduto del grande scrittore. Solo il diario può fornire risposta all’interrogativo che assilla i fan da oltre un secolo: cosa è accaduto nella vita di Doyle tra il 1893 e il 1901, tra il momento in cui decise di “uccidere” Sherlock Holmes e quello in cui, a sorpresa, lo restituì ai suoi lettori nel Mastino dei Baskerville? Possibile che qualcuno sia disposto a tutto, anche a uccidere, pur di scoprirlo?


Utilizzando uno schema narrativo già usato in passato da Ellery Queen (Uno Studio in Nero), Robert Richardson (Il libro del morto), ecc., Graham Moore (1981) narra due storie in parallelo: una a New York nel 2010, durante un raduno degli Irregulars, e una a Londra agli inizi del 1900, quando Arthur Conan Doyle si improvvisa investigatore per indagare sulla morte di tre suffragette.
Tutto nasce col ritrovamento del diario perduto di Conan Doyle, quello che va dal 1893 al 1901, periodo in cui Sherlock Holmes giace sul fondo delle cascate di Reichenbach, da parte di Alex Cale, uno degli Irregolari di Baker Street, che delle opere dello scrittore ne ha fatto una ragione di vita.
Cale viene trovato ucciso nella sua stanza d'albergo, e il diario risulta scomparso, perciò l'Irregolare Harold White si lancia in un'indagine più grande di lui, deciso a risolvere l'enigma e a trovare il diario. Contemporaneamente leggiamo di come Doyle, affiancato dall'amico Bram Stoker, farà luce su di un mistero non fittizio ma reale.
Ci troviamo di fronte a un ottimo romanzo, semplice e lineare, in cui vediamo un Doyle conservatore, fortemente convinto della superiorità maschile e oppresso dalla fama raggiunta del suo personaggio. Sappiamo tutti quanto soffrisse l'ingombrante figura di Sherlock Holmes, ma effettivamente nessuno conosce il reale motivo per cui tornò sui suoi passi facendo "resuscitare" la sua creatura. Anche la trama che vede Harold White protagonista è altrettanto avvincente, pur non essendo troppo complessa in realtà, nonché suggestiva in quanto ambientata nell'associazione degli Irregulars of Baker Street, antica e altamente selezionata (non ci si iscrive, si viene invitati).
In definitiva, pur non essendo propriamente un apocrifo con protagonista Sherlock Holmes, un libro sicuramente consigliato, disponibile in formato tradizionale o ebook (Rizzoli, 2012).

giovedì 23 ottobre 2014

Piramide di Paura

Il giovane e brillante studente Sherlock Holmes studia in un college di Londra, assieme al nuovo arrivato e inseparabile amico John Watson. Viene coinvolto in un misterioso caso che dalla loro scuola li porta nei sotterranei di Londra, dove una setta criminale ha ricostruito un tempio egizio. Spinto sempre di più dalla sua passione investigativa e dalla sua vasta cultura riuscirà a scoprire i veri colpevoli dei misteriosi omicidi.







Il trio di produttori (Steven Spielberg, Kathleen Kennedy e Frank Marshall) è lo stesso de I predatori dell'Arca Perduta, a cui si aggiunge Henry Winkler (il Fonzie di Happy Days). La sceneggiatura è firmata da Chris Columbus (Gremlis, Goonies, Mamma, Ho Perso L'Aereo ed Harry Potter). La regia è di Barry Levinson (Good Morning Vietnam e Rain Man). Nomination all'Oscar per gli effetti speciali, ad opera della Industrial Light & Magic di George Lucas: questo è in assoluto il primo film ad avere un personaggio 3D realizzato interamente in computer grafica (il cavaliere che si anima e fuoriesce dalla vetrata). Eppure, malgrado i grandi nomi, questo film è poco conosciuto e poco ricordato, liquidato molto spesso come un film di Indiana Jones, solo con protagonista Sherlock Holmes.
D’accordo, la parentela è palese (la scena in cui Holmes, Watson ed Elisabeth scoprono la piramide, si intrufolano dentro e assistono al sacrificio che si sta compiendo è un chiaro riferimento alla scena del sacrificio alla dea Kalì presente in Indiana Jones e il tempio maledetto, uscito solo un anno prima), ma l'omaggio a Sherlock Holmes è genuino.


Sappiamo che in realtà Holmes e Watson si incontrano da adulti, ma questo film non ha nessuna pretesa canonica, tant’è che si autodefinisce “un’affettuosa invenzione”. E’ solo un piacevole divertissement, e come tale deve essere visto.
Le trovate di questo film sono abbastanza curiose: scopriamo da chi Sherlock ha ricevuto la pipa in dono, così come il suo inconfondibile cappello e la mantella. In fondo, questa pellicola non è che una metafora della crescita individuale, affrontando pericoli, paure, sensi di colpa, perdita delle persone amate. Gli attori protagonisti sono davvero azzeccati, gli sconosciuti Nicholas Rowe (un aristocratico Holmes) ed Alex Cox (un Watson un po’ Harry Potter), e la trama, se vista senza pregiudizi, è piuttosto avvincente.


Sul finale, poi, un tocco di classe. Dopo i titoli di coda (spesso tagliati in TV) la sorpresa finale.
Il film è disponibile in DVD.

mercoledì 22 ottobre 2014

Il fratello più furbo di Sherlock Holmes

In assenza di Sherlock, il fratello minore Sigerson Holmes riceve l'incarico di recuperare un importante documento da Jenny Hill, bella cantante lirica figlia di un ministro. Si tratta di un compromettente accordo politico, rubato da un baritono italiano che con esso ricatta la giovane donna. Con un'azione incredibile, Sigerson riuscirà là dove hanno fallito agenti segreti di mezzo mondo...







Gene Wilder, il Dr. Frederick Frankenstein (o Frankenstin) di Frankenstein Junior (1974), torna sugli schermi l'anno successivo, affiancato dagli stessi attori della commedia di Mel Brooks (ad eccezione del solo Brooks) per prendere in giro un'altra icona del cinema e della letteratura: Sherlock Holmes.
L'operazione, pur non riuscendo in pieno come per Frankenstein, comunque è davvero divertente.
Tutto parte dall'idea che Holmes abbia un fratello invidioso della sua fama (Gene Wilder), che vive nella sua ombra. Sherlock ha un caso per le mani che "passa" al fratellino perché vi è coinvolta una donna, Jenny Hill (Madeline Kahn), e poter agire senza essere in primo piano: recuperare un documento che potrebbe scatenare una guerra, ora nelle mani di un ricattatore.


L'idea di base trae spunto da Ladri Gentiluomini, ma in questo caso il ricattatore è un cantante lirico di origini italiane interpretato da un esilarante Dom DeLuise. Sigerson ha come spalla il sergente Orville Sacker (Marty Feldman) di Scotland Yard, e dovrà scontrarsi col terribile Moriarty (Leo McKern)!
La trama (peraltro niente male) è inframezzata da decine di spunti comici e assurde idiosincrasie dei personaggi, come la formula già collaudata in Frankenstein Junior. Memorabile la scena nei teatro in cui canta Jenny, o quella in cui Sigerson va a trovare il Ministro, o la strategia per evadere dalla trappola con le lame rotanti, per non parlare del rocambolesco finale nel teatro dell'opera.
Per gli amanti delle chicche: Sherlock Holmes è interpretato da Douglas Wilmer, che già aveva vestito i panni di Holmes in 13 adattamenti della BBC tra il 1964 e il 1965, mentre il nome Orville Sacker è un chiaro riferimento al primo nome di Watson in fase di scrittura di Uno Studio in Rosso (Ormond Sacker). Infine il nome Sigerson viene adottato da Sherlock Holmes durante i suoi viaggi tra il 1891 e il 1894 (il Grande Iato).
Il film è assolutamente da vedere, ed è disponibile in DVD.
Piccola curiosità a tal proposito: l'antefatto (in cui il Ministro riceve il documento dalle mani della regina Vittoria) non è doppiato in italiano.